Il Lancio TLT

l’armonia del gesto

Essenza della TL

il rigore tecnico

L’energia che un pescatore può produrre e l’altra che una normale canna da pesca può trasmettere è limitata e questi limiti li abbiamo pressoché raggiunti. Al punto che ogni ulteriore passo in avanti non può che essere misurato con il centimetro. Pertanto non pare che per ottenere una maggiore distanza (per quello che può valere), la soluzione sia ricorrere ad attrezzature sempre più potenti ma gravate da pesi elevati come accade oggi, quanto piuttosto sfruttare (e conservare) meglio quella prodotta. Una strada che non è mai stata presa in considerazione dalle tecniche tradizionali e che, al contrario, la TLT ha fatto propria da oltre trenta anni. Avvalersi di questo principio, equivale a un risultato migliore anche utilizzando attrezzi e pesi tradizionali.

I due momenti attivi del lancio

Per la TLT il lancio si sviluppa in due fasi distinte denominate momenti attivi del lancio.

1) accelerazione;
2) momento-spinta.

Quest’ultimo corrisponde allo spazio entro il quale s’imprime alla canna lo scatto finale, laddove (e quando) si applica la massima energia. Tutto il movimento precedente fa parte dell’accelerazione. Il momento-spinta si colloca quindi all’interno dell’accelerazione e ne è il culmine.

Il loop

tensione estrema

La TLT, per prima, ha inteso contrapporre al concetto tradizionale di canna intesa come molla quello di canna considerata come leva, con ripercussioni per esempio nei riguardi della velocità e, di conseguenza, anche nei confronti del loop. Eseguire il momento-spinta con la canna 7 bische agisce a 45 gradi, comporta un loop più stretto. Difatti, tanto più si porta in avanti la punta della canna quanto più si riducono già in partenza i due punti all’origine dell’ampiezza del loop. Se la concentrazione dell’energia interessa un piccolo tratto di coda – ovvero se il loop è già stretto in partenza e al tempo stesso la velocità di lancio è elevatissima – si crea all’apice del loop una specie di fulcro accentratore dell’energia. Quest’ultimo è all’origine di un nuovo fenomeno: il loop abbandona la sua forma rotondeggiante per assumerne un’altra, a cuneo.

Lo shoot

modulazione fluida

Per le tecniche di lancio tradizionali lo shoot non svolge alcun ruolo, salvo il fatto di essere considerato una riserva di coda, ma questo non pare un compito. Ma prima ancora non è chiaro cosa s’intenda per riserva di coda. Scorta di coda per fare cosa? E sorprendente come il mondo della mosca tradizionale sia così poco incline a conferire mansioni: non li possiede la dinamica del suo lancio, il finale, e perfino lo shoot. Se l’assenza di compiti specifici non è l’equivalente di approssimazione, di sicuro è il corrispettivo di genericità di intenti.

La TLT utilizza lo shoot come mai prima d’ora: una manovra capace di plasmare coda e finale, come le mani di uno scultore la creta. Lo shoot, per meglio dire la sua modulazione, intesa come controllo del fluire della coda, contribuisce a tendere la coda fin dentro le sue fibre p9 bisortando tensione fino a ridosso dell’artificiale. Ma può anche renderla sinuosa come un serpente o vischiosa come la melassa appiccicando il finale in strette spire come la carta moschicida le mosche. Oppure trasformarsi in una mannaia che decapita il finale, piegandolo in due su se stesso, ora in testa, ora al centro o in un qualsiasi altro punto della sua lunghezza. Un lanciatore che sa modulare lo shoot può essere assimilato a un suonatore di pianoforte. Proprio come quest’ultimo ricava il risultato dalla sensibilità con cui ora sfiora o preme sui tasti del suo strumento, le mani dell’altro fanno altrettanto nei confronti della coda.

La radice dei lanci

la totalità delle espressioni dinamiche 

Non è realistico pretendere di risolvere i problemi della pesca senza un adeguato numero di lanci specifici. La TLT ne possiede un numero capace di far fronte alle più disparate situazioni. Tuttavia quelle stesse manovre, senza un adeguato sostegno del finale, e prima ancora senza l’apporto di una tecnica specifica non sono quasi mai risolutive.

Tutti i lanci derivano da un numero limitato di radici:

1) parallela
2) angolata
3) ondulata
4) ruotata

Ogni radice possiede una dinamica specifica dalla quale dipendono la sua velocità, la distanza entro la quale può agire e, più in generale, i suoi risultati.

La traiettoria angolata è la soluzione dinamica di quasi tutti i problemi della pesca, quella che fornisce gli strumenti per costruire una vastissima gamma di presentazioni. Il lancio Angolato delinea il confine che separa le manovre che vertono sulle code Ruotate, Ondulate, ecc, da quelle che si esprimono per linee Parallele. Divide anche le dinamiche ad altissimo contenuto tecnico dalle più povere. Infine, il lancio Angolato è la barriera che separa le traiettorie che è possibile finalizzare alle esigenze della pesca dalle altre. La bellezza del gesto coniugata con il rigore tecnico al servizio della pesca. Un lancio non ancora compreso e in molti casi svilito dai troppi maestri in circolazione.

L’Angolato è il lancio di base della TLT. E’ un gesto di altissima levatura tecnica. Non si può valutare la riuscita di questo lancio su un prato. Solo l’acqua, la superficie piatta, è un giudice in grado di stabilire il risultato: una situazione dove il minimo errore, un granello di sabbia, diviene un macigno. La prima esigenza per eseguire questo lancio è saper produrre velocità esplosiva: presupposto fondamentale per la necessaria tensione di coda.

La miniaturizzazione

il moto armonico del gesto tecnico

La capacità di eseguire i movimenti esposti subito sopra, hanno anch’essi un proprio denominatore comune. La miniaturizzazione dei movimenti. La miniaturizzazione dei movimenti equivale a un apice di efficienza. Di conseguenza il lancio TLT è la somma, di un apice dell’accelerazione, più un apice della reazione della muscolatura (momento-spinta), più un apice della velocità, più un apice della forza di tensione, più un apice della conservazione della tensione, più un apice del loop (loop a cuneo). Probabilmente possiamo affermare che il lancio TLT stesso corrisponda a un apice. Al valore massimo del lancio.

Il ruolo dell’abilità

peccato…

8 bisTutti i pescatori concordano sull’importanza dell’abilità. Qual è, dunque, il ruolo che l’abilità svolge nel lancio tradizionale e come eventualmente metterla in risalto? Che cosa fare affinché dia i frutti che anni e anni di esperienza vorrebbero? Purtroppo queste tecniche non concedono spazio alla fantasia; ci sono pescatori capaci di intuire da come una trota si muove o dal posto di caccia scelto, il tipo di presentazione più indicato per attaccarla. Peccato che questi bravi pescatori siano costretti ad attaccare questi pesci tutti nello stesso modo. Oppure a rinunciare a troppe occasioni perché la loro tecnica non gli offre gli strumenti idonei. Ci sono altri che maneggiano una canna con perizia, ma la loro abilità è mortificata dalla loro tecnica. Il lancio non è uno strumento primitivo che emette un unico suono (la sola traiettoria parallela, o poco altro), ma un’orchestra dalle mille tonalità. Una canna non è un fondo di bicchiere dalle flaccide luminescenze. È un diamante. Esplode lucentezza. Emana iridescenze sottili. Peccato che questi bravi lanciatori siano costretti a usarla in modo monocorde. Peccato che questi valenti pescatori e lanciatori, ognuno per la loro parte, vedano la propria abilità compromessa dalla loro tecnica di lancio.

Non v’è dubbio che si possa pescare egualmente anche lanciando in modo tradizionale. Se ci si accontenta, va bene. Ma quante occasioni perse! Quante soddisfazioni gettate al vento! Quanta bellezza perduta! Peccato! 

Il Lancio TLT esalta l’abilità. Al tempo stesso, nella sua spietata oggettività, è impietoso verso la mediocrità. Per l’abilità che si esprime con code proiettate ad altissima velocità non ci sono né traguardi né limiti, piuttosto una serie ininterrotta di picchi, ognuno più arduo dell’altro, e tanti altri ancora da scoprire e da conquistare. Al tempo stesso, le menti e gli animi di coloro che non si accontentano possono finalmente cavalcare le sconfinate praterie della fantasia, le esaltanti emozioni dell’avventura infinita.