Manifesto della TLT – Etica e Filosofia

 

La pesca con la mosca artificiale non è volta – e forse non lo è mai stata – a soddisfare necessità primarie dell’uomo quali procurarsi il cibo, essa pertanto viene genericamente considerata dai più fra quelle attività finalizzate allo svago e al puro piacere. Anche coloro che, per generosa spinta emotiva, riconoscono a tale disciplina un seppur minimo senso artistico, difficilmente sono disposti a cercare in essa qualcosa di diverso da un piacevole passatempo. Per quanto strano possa apparire, la Tecnica di Lancio Totale (acronimo TLT) concepisce invece la pratica di tale attività come un rito.

Il pescatore con la mosca, ormai separato dall’utilità funzionale primigenia, è un giocatore che quanto più cerca d’immedesimarsi nel gioco tanto più rischia che a sfuggirgli di mano sia il senso del gioco stesso. La ricerca ossessiva della cattura, grande, sempre più grande, enorme o riprodotta all’infinito finisce inevitabilmente per annullare la vera fonte di piacere che è l’emozione. Per la TLT, solo la conoscenza e il rispetto di regole suppletive che inducono ad una consapevole lettura del fiume permettono di nobilitare e rendere ancor più sportiva una tecnica di pesca che, altrimenti, sarebbe svilita della propria intrinseca essenza.

La TLT introduce dunque un nuovo codice di lettura della pratica alieutica, che attribuisce il giusto spazio a fattori oggigiorno troppo spesso trascurati, quali la bellezza del gesto, il piacere dell’esercizio, l’emozione della conoscenza, restituendo infine il giusto valore “sacrale” alla cattura. L’intento è quindi quello di fornire al pescatore con la mosca artificiale alcuni precetti tecnici, etici e filosofici che, arricchendo il proprio personale bagaglio di conoscenze, inducano una diversa e più elevata finalità al suo tempo nel fiume. Nella TLT la cura del gesto tecnico è il rito di un culto al contempo spietatamente funzionale ed estetico. La particolare attenzione riservata allo studio delle dinamiche del lancio non è volta esclusivamente al raggiungimento di una eccellente esecuzione, ma anche e soprattutto alla conoscenza di quelle dinamiche esclusivamente finalizzate all’esercizio della pesca. La TLT, quindi, rifugge da tutto ciò che è mera ostentazione di abilità, considerando tale aspetto esteriore come una pericolosa deviazione sulla via della perfezione e della consapevolezza interiore. Innegabile che un simile percorso richieda sacrificio e dedizione, per aspirare a raggiungere una assoluta padronanza del gesto quale fonte di grande emozione e appagamento Esercizio, ripetizione e ripetizione del ripetuto sono, in progresso crescente e per lunghi tratti, le caratteristiche iniziali del percorso a cui educa la TLT. Il pescatore che intenda intraprendere una simile scelta dovrà quindi costruire dapprima il Tempio Interiore (Equilibrio e Armonia) per essere in grado di poter abitare successivamente quello Esteriore (Velocità e Bellezza).

 Nella bellezza e nell’armonia del gesto tecnico c’è una verità che non ha bisogno d’esser dimostrata. Al traguardo da raggiungere si perviene attraverso molti differenti stati d’animo: consapevolezza, pazienza, concentrazione, equilibrio interiore, duro esercizio. Ma c’è qualcosa che trascende l’abilità tecnica: la capacità di accordare il nostro spirito all’armonia della natura delle cose che ci circondano. Divenire un tutt’uno con esse è la chiave dell’eccellenza, la vera guida del nostro essere. Solo la consapevolezza può attribuire valore al gesto. Solo la bellezza attribuisce valore alla cattura. Solo l’emozione attribuisce valore al tempo sul fiume.